Se da un lato il modo migliore di imparare una lingua rimane
il buon caro e tradizionale soggiorno all’ estero, dall’altro è da ammirare come
il fenomeno di sistemi app-based abbia sbaragliato fortemente la concorrenza. Da
Berlino arriva Babbel! Applausi.
Che
Internet abbia fatto breccia nei nostri cuori è ormai fatto risaputo, quasi
realtà tangibile. Abbiamo assistito a fenomeni quasi paranormali grazie all’
esistenza della rete, un esperimento magico che ha superato qualunque tipo di
aspettativa, infranto barriere spazio-temporali, e si prospetta un fronte in
libera espansione da qua all’anno 10.000. Internet non ha solo plasmato la
nostra vita quotidiana e il nostro tempo libero, ma anche il nostro modo di
lavorare e soprattutto di imparare. Imparare a far tutto, imparare a cucinare,
imparare a suonare, imparare a cucire, imparare a cantare, imparare a ballare,
imparare a riparare una lavatrice, imparare a creare software, imparare ad
usare internet stesso! Ma, avanzando in questa lotta con i suoi più fedeli
alleati, connessione wireless e dispositivi mobili, è riuscito a rivoluzionare
anche il nostro modo di imparare….ad imparare! L’interattività ormai è la nuova frontiera del mondo dell’
istruzione: la vecchia signora lavagna intossicata di gesso è stata sostituita
dalla bella signorina LIM , sempre
pulita e aggiornata e pronta ad esporre alla classe qualunque tipo di materia
le viene richiesto; i cari vecchi registri perennemente macchiati di caffè
felicemente rimpiazzati da bellissimi e delicatissimi tablet; le noiosissime lezioni universitarie sono ormai diventate
rilassanti serie tv da vedere in streaming
sul proprio sofà. Se sfogliamo gli store dei nostri smartphone o pc, possiamo
vedere come applicazioni e piattaforme per l’e-learning
vengono fuori come i fiori sui ciliegi a primavera: primato assoluto va alle
app di apprendimento di lingue straniere. (No amici, Google Translator non
potrà essere la nostra ancora di salvezza per sempre, rassegniamoci).

Gli ideatori
del progetto Babbel, lanciato nel
2008, l’ingegnere Markus Witte, lo sviluppatore Thomas Holl e il consulente Lorenz
Heine insieme ad un gruppetto di sei collaboratori, hanno sviluppato la
piattaforma che permette di studiare ben 14
lingue diverse, dall’inglese all’indonesiano.
La startup
made in Berlin conta oggi più di 260 collaboratori, 160 assunti e 100
freelance da almeno 26 nazioni diverse. Negli uffici di Babbel lavorano
linguisti, esperti madrelingua, autori, traduttori, product designer,
programmatori di software e speaker dei materiali audio, e ogni mese più o meno
ci sono cinque new entry. Quindi altro che startup!
Ecco come
funziona: innanzitutto è scaricabile su qualunque tipo di dispositivo (
computer, smartphone, tablet) con i più vari sistemi operativi ( iOS, Android,
Windows Phone, Windows 8, Kindle Fire). Le lingue disponibili sono italiano,
inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese, svedese, olandese, turco,
polacco, indonesiano, norvegese, danese.
No, non preoccupatevi, Babbel ha pensato anche al russo, ed essendo l'unica lingua che non
utilizza l’alfabeto latino, ha proposto una tabella di traslitterazione, che
introduce in maniera tematica l’intero alfabeto cirillico. Le lezioni durano
pochi minuti e prevedono l’ apprendimento in vari livelli, in modo da poter
partire da zero o approfondire la conoscenza di una lingua già studiata: queste
prevedono il ripasso dei vocaboli e il riconoscimento vocale per apprendere la
pronuncia corretta.

Inoltre,
quest’ app temeraria prende nota dell’apprendimento dell’utente, ovvero gli
esercizi di ripasso vengono impostati di conseguenza e le parole studiate
finiscono nel vocabolario personalizzato, collegato agli esercizi di ripasso. La
registrazione è assolutamente gratuita
e la gentile applicazione permette di seguire la prima lezione di ogni corso
senza costi; l’abbonamento invece varia a seconda di quanto tempo si desidera
usufruire del servizio, fino ad arrivare ad un prezzo di 59,40 per quello
annuale. Considerato che il biglietto aereo per andare all’ estero
difficilmente si aggira su queste cifre, non è poi così male. Insomma, un’ app
e un modo di apprendimento che conta dalla sua solo punti favorevoli: non ho obiezioni
da fare, signor giudice. Babbel wins.
Fonti: http://www.lettera43.it/capire-notizie/babbel-quanto-costa-e-come-funziona_43675149229.htm