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Visualizzazione post con etichetta formazione online; nativi digitali; b-learning;. Mostra tutti i post
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sabato 30 maggio 2015

La nuova educazione dei "nativi digitali"

Con l'integrazione delle tecnologie dell'informazione nel processo di apprendimento ed insegnamento, la nuova generazione di alunni è formata da nativi digitali con una nuova forma di agire e nuove capacità. L'espressione “nativi digitali” è stata coniata da Marc Prensky in un saggio intitolato “The death of command and control” identificandoli con quelle persone che sono cresciute con Internet, immerse in nuove tecnologie come computer, cellulari, videogiochi. Accanto a loro convivono gli immigrati digitali, cioè persone tra i 35 e i 55 anni che hanno dovuto adattarsi ad una società sempre più tecnologica. I nativi digitali nascono nell'era dell'informazione e sono attratti da tutto ciò che è relazionato con le nuove tecnologie. Sono multitasking: affrontano più canali di comunicazione simultanea, utilizzano varie fonti, cercando di spendere il minor tempo possibile in una determinata attività (rischiando in alcuni casi di perdere produttività e diminuire la loro concentrazione). Sono comunicatori ma allo stesso tempo anche creatori dei propri contenuti (navigano con fluidità, sono abili con il mouse, creano video, presentazioni multimedia, musica, forum, blog, ecc). 








Nell'istruzione l'incorporazione di nativi digitali ha portato all'introduzione di una serie di sfide. Gli strumenti di istruzione e di apprendimento non sono stati progettati per i nativi digitali, dunque nella maggior parte dei casi, i loro insegnanti sono immigrati digitali che hanno fatto lo sforzo di avvicinarsi alle nuove tecnologie e di insegnare in una lingua spesso incomprensibile per i nativi digitali. Così si è cominciato ad utilizzare un metodo che integra gli strumenti tecnologici con le lezioni in aula. Nelle scuole elementari i bambini già iniziano a disegnare su una lavagna elettronica, quando non conoscono bene un argomento, possono cercarlo su Internet. Utilizzano anche il tablet in gruppi: leggono, contano, usano applicazioni interattive. Mentre prima si aveva un libro di testo di 500 pagine, ora magari si ha un video su youtube di 5 o 10 minuti. In classe gli studenti possono cominciare a giocare con video e mischiarli, si può insegnare come apprendere o stare in una rete sociale e si possono includere studenti di altre città. I bambini dicono che è più facile e più divertente usare i tablet in classe: per la geografia, si ha a disposizione Google maps, mentre il libro virtuale usato in classe permette di correggere insieme agli alunni direttamente gli errori. Il modello tipico utilizzato per i nativi digitali prevede: ricerca di informazioni sul web, analisi e riflessione in classe, lavoro individuale, produzione di nuovi materiali, esposizione del materiale e conseguente valutazione. Spesso può essere utilizzato anche il metodo del b-learning (blended learning), ossia la combinazione di didattica in aula e quella online attraverso la tecnologia, che risulta molto pratico in quanto non esclude gli insegnamenti in classe e l'aula resta il luogo valido per l'insegnamento, nel quale i bambini possano confrontarsi con i loro coetanei. 




Alcuni autori affermano che ciò di cui necessitiamo “non è un'evoluzione, ma una rivoluzione nell'educazione. La ragione per cui molti giovani abbandonano la scuola è perché essa non motiva lo spirito, non alimenta la loro energia o la loro passione”.
L'apprendimento è sociale, per cui l'importanza di un'esperienza multidimensionale, che sfrutta più attività e canali, è essenziale. L'introduzione delle Ict nell'aula è un ricorso che può promuovere lo sviluppo autonomo dello studente e far in modo che questo sia capace di acquisire e attualizzare conoscenze e abilità durante la sua vita.
Utilizzare le metodologie partecipative e i mezzi del web 2.0 nell'aula risulta necessario se si vuole formare gli studenti con le competenze professionali che occorrono nella società del XXI secolo.



FONTI:

-http://www.fidae.it/AreaLibera/Pubblicazioni/orientamenti/fidae2014-tablet_a_scuola.pdf

-http://educationduepuntozero.it/speciali/pdf/speciale_marzo2013_1.pdf