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lunedì 1 giugno 2015

Educazione 2.0: formazione online per detenuti, anche in carcere si impara

"Ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, noi stessi diventiamo qualcosa di nuovo". Forse lo scrittore Leo Buscaglia, autore di numerosi best seller sull'educazione e sull'amore, riconoscerebbe in questa frase un parallelo con la rieducazione e la formazione dei detenuti attraverso l'e-learning in carcere. L'Università degli Studi di Salerno e L'Università di Modena e Reggio Emilia, hanno attivato dei programmi per il recupero nei penitenziari.  "E-learning education for prisoners and prisoner's professionals" è il nome del progetto ideato e portato avanti dal sociologo e criminologo Giovanni Soriano e realizzato dall‘ICATT di Eboli, finalizzato all‘acquisizione di un diploma e/o laurea. I valori posti alla base della rieducazione dei detenuti sono: l'istruzione, il lavoro, la religione, le attività culturali e sportive. Esperienze, riflessioni, proposte, hanno portato al compimento di questo progetto, affinché i detenuti non restino nel loro isolamento e amplino i loro orizzonti di vita. E' semplice riempire le carceri e "buttare la chiave", più difficile è sicuramente dare una seconda possibilità, una possibilità che farebbe la differenza, “Praticare il bene è un affare. Se l’uomo non lo persegue è solo perché non ha la minima idea di dove si trovi il bene. Pertanto non è malvagio ma ignorante”. Platone vede nel crimine il frutto dell'ignoranza. Purtroppo oggi i criminali sono spesso laureati, non è un titolo a determinare la cultura, perché con la cultura questi cosiddetti "colletti bianchi" non hanno nulla a che vedere. Statisticamente nelle carceri c'è una situazione culturale molto bassa, quindi la tesi di Platone è molto attendibile: molti non hanno completato la scuola dell'obbligo ed altri non hanno nemmeno frequentato le scuole. 
Il carcere dovrebbe essere un modo per scontare una pena e reintegrarsi nella società diventando una persona nuova, è per questo che la formazione e l'apprendimento attraverso l'e-learning deve essere possibile in tutti i penitenziari italiani.
 In assenza di un programma completo di insegnamento, è scontato che i detenuti una volta usciti tornino alla vita che svolgevano prima del carcere. Se invece, attraverso la conoscenza, si porta l'individuo a mostrargli altri lati della vita probabilmente ci penserà due volte prima di tornare a commettere gli stessi errori. Il progetto dell'e-learning è finalizzato a ridurre la distanza tra il detenuto e il mondo, un modo per conciliare educazione e carcere attraverso l'uso della tecnologia e per permettere scambi culturali a grande distanza. I reclusi non devono essere visti come cellule dannose per l'organismo sociale, lo possono diventare se non si offre loro una possibilità di ritorno, di reinserimento. Questo è nell'interesse di tutti che avvenga. La tecnologia è il più grande strumento per il sociale, si dovrebbe imparare ad utilizzarla come questo progetto. Per concludere, il Sommo Poeta«Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza». 

Fonti: http://sociale.regione.emilia-romagna.it/news/anche-in-carcere-si-impara.-una-rete-per-la-formazione-dei-detenuti
http://www.cisus.unisa.it/progetti/elearning

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