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lunedì 25 maggio 2015

Scuola digitale sì, ma in modo intelligente

Nelle scuole americane, come anche in quelle norvegesi , danesi e francesi, l’idea dell’insegnamento digitale non è più solo tale. Nella maggior parte di esse infatti, ogni studente ha in dotazione un proprio iPad su cui lavorare per l’apprendimento scolastico. Nonostante ciò si è riscontrata l’inutilità di fornire tali strumenti a tutti i singoli alunni. Protagonisti di questa analisi sono stati i  ricercatori della Northwestern University che si sono prestati ad analizzare tre scuole elementari di Chicago, e da cui hanno potuto osservare che i migliori risultati di apprendimento si rilevano in quella in cui i piccoli studenti condividono tra loro il tablet per un lavoro di gruppo. Ovviamente il risultato di un buon programma scolastico non è dato soltanto dalla condivisione dello strumento tecnologico ma anche dall’insegnante che ha organizzato in modo adeguato il lavoro  per la sua classe. In base a quanto affermato si è avuto modo di riflettere sul fatto che in alcune scuole statunitensi  siano stati fatti dei tagli proprio sul personale per fornire agli allievi i dispositivi digitali, e come ciò sia poi risultato un errore in quanto la maggior parte degli studenti, poco interessati all’apprendimento, utilizzassero questi strumenti esclusivamente per altri scopi, sicuramente non scolastici. Far interagire i bambini in gruppo tra loro attraverso l’utilizzo di un solo dispositivo digitale condiviso per ogni cinque risulterebbe decisamente più costruttivo.

La scuola del futuro non deve essere  un continuo fornire attrezzature agli studenti, di cui tutti i ragazzi oggigiorno sono già forniti ampiamente e dalle quali  fanno già dipendere la maggior parte della loro vita quotidiana, ma deve esserci anche qualcuno che li orienti in modo corretto all'apprendimento e  che faccia anche da mediatore tra il mondo digitale in cui nascono e quello che possiamo definire ormai vecchio e legato alla vita reale. L’istruzione digitale non deve risultare soltanto come un touch screen su cui appoggiare continuamente le dita.
Alla luce di questi dati possiamo fare un piccolo confronto. Notiamo infatti che mentre in America, in Francia, in Danimarca ecc.. , nonostante le grandi possibilità finanziarie sia comunque importante un utilizzo intelligente delle risorse messe a disposizione, cercando il giusto metodo di insegnamento tecnologico per ottenere i migliori risultati di apprendimento, in Italia a fronte della forte crisi economica i lavori di gruppo che prevedono minimo 12 alunni e un solo computer non è di certo una scelta.

FONTI: La Stampa 

domenica 24 maggio 2015

Canvas Network free online courses


Canvas  è una piattaforma online pensata per la formazione a distanza che, ha l’obiettivo di coinvolgere un numero sempre più elevato di persone cui consente di fare corsi specifici, purché abbiano un computer (ma anche tablet e smartphone) e una connessione ad Internet. Da qualsiasi posto ci si connetta e qualsiasi ora, per abbattere le barriere di apprendimento. E' la prima volta che utilizzo un corso on line e prima di tutto ero curiosa di vedere com’era strutturata la piattaforma e non sono rimasta delusa. Questa piattaforma aiuta lo studente a memorizzare una nuova lingua quattro volte più rapidamente rispetto ai metodi tradizionali. Alla fine della formazione, gli studenti possiedono la facilità che hanno sempre voluto avere.Le prime impressioni sono buone, c’é un grandissimo numero di moduli e di esercizi da completare.Il supporto didattico e metodologico di tale strumento virtuale é incredibile. Uno dei grandi vantaggi é di poterne beneficiare senza dover uscire dal comfort di casa nostra. E’ gratis, a meno che non si voglia usufruire di una certificazione valida ai fini di legge per la quale, e solo in quel caso, la piattaforma chiede un pagamento, altrimenti dopo avere frequentato il corso, si ottiene un attestato di frequentazione. Tutti possono formarsi con Canvas, dai debuttanti a coloro che possiedono un livello avanzato. Iscriversi è semplicissimo, basta avere un indirizzo e mail e scegliere un corso che interessa. Canvas offre corsi online tenuti da educatori di tutto il mondo. I partecipanti sono invitati ad accedere alla classe, possono rivedere i materiali didattici e le attività di apprendimento complete a loro piacimento. E’un corso di studio che copre un periodo di sei settimane. Per completare con successo il corso, è necessario completare tutti i corsi e le assegnazioni in base al  calendario dei corsi. Ogni assegnazione ha una serie di criteri. Canvas è interattivo, offre opportunità di collaborazione, è possibile comunicare con i vari studenti e creare gruppi  tramite discussioni virtuali. Le discussioni riguardano temi che si sono affrontati durante i vari moduli, in cui si esprime la propria opinione, da ciò scaturisce anche una crescita personale poiché  ci si confronta sulle varie tematiche. Tutte le discussioni che sono o meno di 150 parole l'assegnazione riceverà un punteggio pari a zero. Tutti i quiz sono classificati in base alla percentuale e nei vari moduli è presente la spiegazione di ogni argomento che viene trattato. Dopo la mia prima esperienza su canvas sono dell'idea che L’e-learning non si improvvisa. Con la disponibilità tecnologica che abbiamo oggi è molto facile installare una piattaforma e caricarla di contenuti. Questa modalità  ha manifestato, nel giro di pochi anni, tutti i suoi limiti. Oggi si parla di e-learning 2.0 dove si dà maggior importanza all’interazione, alle quali va assegnata la stessa attenzione programmatica degli obiettivi: le persone interagiscono se hanno qualcosa da comunicare e questi processi vanno stimolati e guidati.Chi desidera introdurre l’e-learning nella propria didattica è giusto che segua un percorso di formazione specifico. Esempi di didattica scolastica con l’e-learning ce ne sono molti ma ancora pochi quelli che vanno nella direzione sopra citata.

Apprendere la tecnologia.

Tecnologia e apprendimento.
Due parole che  nel corso degli anni sono state spesso associate. Soprattutto vedendo la tecnologia come una porta aperta per la conoscenza del mondo, come un ottima occasione e un ottimo strumento per apprendere e far apprendere. Ma cosa si dice invece dell'apprendimento della tecnologia stessa?
Oggi voglio parlare soprattutto del rapporto che due categorie particolari hanno con l’apprendimento e la tecnologia. I nativi digitali e gli anziani.
Nonostante  per entrambe le categorie io parli di ‘apprendimento’ è indubbio che per le due questo avvenga in modo diverso. I nativi digitali apprendono automaticamente il funzionamento delle tecnologie e dei prodotti tecnologici, li accompagnano ormai fin dai primi anni di vita, e imparare ad utilizzare questi strumenti diventa naturale quasi come imparare a reggersi sulle proprie gambe e  muovere i primi passi, questo perché la tecnologia sta diventando sempre di più un estensione del nostro corpo. Pare ormai che, paradossalmente, le nuove generazioni accolgano e apprendano naturalmente l’utilizzo delle nuove tecnologie , e debbano invece imparare ad utilizzare forme di comunicazione più ‘datate’e per noi prima assolutamente naturali. E’ più facile oggi per un bambino utilizzare e comprendere il funzionamento di un tablet che sfogliare un giornale, la tecnologia è diventata per i nativi maggiormente intuitiva .




A tal proposito propongo la visione di un video che vi lascerà divertiti..ma anche un po’ sbigottiti, questo video mostra una bambina di circa un anno che utilizza in modo molto fluido un tablet trovandosi invece incerta sull’utilizzo di un giornale..che cerca poi di utilizzare come fosse un tablet, dubitando persino del corretto funzionamento delle sue dita..che proverà a utilizzare sulle gambine, per accertarsi della natura del ‘problema’. Questo video è una finestra  sulla situazione di oggi e ci permette di lanciare uno sguardo alla sua evoluzione futura. Al termine del video la madre commenta ‘ Per mia figlia il giornale è un Ipad che non funziona, Steve Jobs ha codificato parte del suo IOS’. Quest’ultimo commento porta ad una serie di osservazioni e dubbi. Una condizione simile dipende effettivamente da chi ha creato e messo in circolo determinati dispositivi, o dipende dall’utilizzo che ne viene fatto in casa e dai familiari? O ancora tutto ciò dipende da una serie di costruzioni sociali? E sarebbe giusto , per evitare situazioni simili, tenere  i propri figli lontani da questi strumenti,  rischiando però di lasciarli  esclusi e rallentati rispetto ai coetanei? Sicuramente sono domande e dubbi legittimi. Al momento lascerò riflettere il lettore su queste domande, su cui sicuramente ritornerò.
Vorrei passare ora ad analizzare la seconda categoria presa in esame..quella degli anziani. A differenza dei nativi digitali, questi vivono l’apprendimento della tecnologia e del suo utilizzo in modo sicuramente molto diverso. Se i primi vengono naturalmente spinti verso la tecnologia, si trovano a contatto con questa quasi sempre, dai primi anni di vita, in casa, sia nel momento in cui si ritrovano a utilizzare determinati dispositivi nelle scuole. I nativi come già detto sono naturalmente spinti verso l’apprendimento e anche la curiosità li spinge a cercare di comprendere questi strumenti. L’anziano invece trova una difficoltà maggiore nel comprenderli e nell’utilizzarli, preferendo mezzi di comunicazione tradizionali e con cui si riconoscono e si ritrovano maggiormente. Questo perché accade? Secondo Stefania Maggi, dell’Istituto di neuroscienze del Cnr di Padova questo dipende dal ‘processo di invecchiamento e le malattie, che compromettono molte abilità acquisite o rendono difficile acquisirne di nuove’. Le difficoltà  che persone di una certà età trovano nell’approcciarsi a questi nuovi mezzi di comunicazione non deve però far presupporre che non desidirino avvicinarsi alla tecnologia o comprenderla. Inoltre le nuove tecnologie hanno diversi vantaggi..come costi contenuti in alcuni casi o utili servizi offerti (programmi di telefonia gratuiti, acquisti e consegna tramite internet) che anche gli anziani comprendono e scelgono di utilizzare. Le statistiche lo confermano; l'uso del pc tra gli anziani tra 60 e 64 anni è passato dal 13,8% del 2005 al 25% nel 2009 e dal 5,5% al 9,9% per la fascia 65-74 anni. E nello stesso arco temporale l'uso di internet è 'schizzato' dal 10,8% al 22,8% per i 60-64enni e dal 3,9% all'8,5% per i 65-74enni. Proprio tra gli anziani, in soli quattro anni, cioé, si è registrato il maggiore incremento per uso di nuove tecnologie.



sabato 23 maggio 2015

Internet o libri?

Al giorno d’oggi è sempre più in diminuzione il numero dei ragazzi che si interessano alla lettura. La maggior parte dei ragazzi legge poco quanto niente. Quelli che lo fanno preferiscono  leggere tramite internet con i loro iPad, iPhone, abbandonando ormai quasi in via definitiva quella vecchia immagine dell’usare il libro come mezzo di evasione fugace dalla vita quotidiana lasciando da parte qualsiasi oggetto o persona che richieda la
nostra attenzione. Il principale mezzo di informazione oggi è Il web e gli utenti recuperano notizie dalla rete. La disponibilità di fonti e documenti, facilmente accessibili attraverso uno schermo ed una connessione internet, ha introdotto l’utente in un nuovo scenario. Le informazioni che l’utente può ricercare on line  sono molteplici e di diverse tipologia. Ciò che sta mutando è il modo di concepire il sapere e la conoscenza. Il nuovo strumento di consultazione che sta diventando internet, sta modificando la concezione evolutiva di un sapere cumulativo e catalogabile realizzatasi nell’idea di Enciclopedia. Internet prefigura strutturazioni molto elastiche ed amorfe della conoscenza e stimola modalità creative e di apprendimento. Ognuno di noi, quando è alla ricerca di qualche concetto non molto chiaro, corre subito al computer, sperando di trovarlo spiegato in un modo più semplice e di facile comprensione. Il sapere “digitalizzato” mostra quindi diversi pro, quali l’avere a portata di mano qualsivoglia argomento, varie fonti su cui basare il proprio studio, la presenza di vari approfondimenti che permettono di argomentare al meglio un concetto e tutto ciò, sostituirà il vecchio sapere “cartaceo. Naturalmente chi affronta una ricerca tematica in rete si trova spesso a dover combattere con cataste di documenti spesso contraddittori. Quanto più la conoscenza dell’argomento è controversa tanto più contraddittori saranno i documenti. Non sempre si giungerà alla ad una ricostruzione efficace del tema e  di riuscire a trovare le informazioni che si volevano. Non si può parlare nettamente di superficialità o profondità delle informazioni in rete perché molto dipende da come e cosa si è cercato; certamente la ricerca in rete non permetter la passività o la leggerezza concessa da altri mezzi. Il libro ha comunque sempre il suo valore, anche se meno usati, essi continuano a essere di poco  più affidabili di internet. Il problema più immediato è quello della legittimità delle fonti, che per via dell’eccessiva velocità di ritrasmissione diventano tutte potenzialmente sospette, proprio per questo motivo gli utenti devono avere la capacità di valutare l affidabilità del sito valutandone i contenuti.

giovedì 21 maggio 2015

Il ruolo dello stato nell'educazione digitale

L’attuale contesto sociale e tecnologico, legato soprattutto all’uso delle tecnologie multimediali e di Internet,  stanno fortemente cambiando l’apprendimento e la formazione all’interno del processo educativo. In Italia l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa ( INDIRE) ha avviato numerosi progetti ed è impegnato principalmente su tre ambiti: innovazione, formazione e miglioramento. L’Istituto svolge un’importante attività di ricerca mirata a comprendere le trasformazioni nel modo di apprendere e comunicare delle nuove generazioni. L’obiettivo è quello di permettere alle scuole di acquisire gli strumenti utili alla preparazione degli studenti che si affacciano al mondo del lavoro.Si promuove quindi l’impiego delle tecnologie e dei linguaggi digitali per portare innovazione nell’ambito didattico, tecnologico e organizzativo. Nell’ambito didattico la  lezione statica e frontale, ancorata ai tradizionali metodi di apprendimento, è destinata a lasciare spazio alle moderne tecniche didattiche, basate su strumenti tecnologici ed innovativi che, secondo alcune ricerche, stimolano una maggiore motivazione verso lo studio. Per quanto riguarda la tecnologia si punta all’introduzione delle tecnologie nella didattica e a questo scopo vi sono i progetti  Scuola Digitale e Editoria Digitale Scolastica. Il piano Scuola Digitale prevede l’utilizzo delle lavagne interattive multimediali LIM e di altri strumenti digitali come l’ebook e il tablet nelle classi per l’uso e la condivisione di materiali didattici digitali. L’Editoria Digitale Scolastica invece mira alla creazione e sperimentazione di prodotti editoriali di nuova generazione, anche in vista della normativa sull’adozione dei libri scolastici in forma digitale. Le iniziative dell’ambito organizzativo  riguardano sia la formazione dei dirigenti scolastici e del personale ATA sia la trasformazione degli ambienti di apprendimento.L’Indire inoltre si è attivato particolarmente per la formazione online e l’aggiornamento professionale del personale. Sfruttando le ICT,sono stati proposte ai docenti nuove metodologie, come dimostra il progetto Formazione disciplinare docenti, sempre piu inerenti al contesto di riferimento con tutor che assistono i docenti nell’elaborazione di project work rivolti agli studenti. In questo modo si migliora la performance del docente nella pratica educativa attraverso soluzioni innovative.

Fonti: www.indire.it



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